mercoledì 17 agosto 2011

Perchè la famiglia è in crisi

Nella ricerca delle cause della crisi attuale della famiglia credo non si possa  trascurare l’influsso determinante dell’attuale clima culturale della nostra società connotato dalla cosiddetta morte del padre e dell’autorità e da un selvaggio processo di liberazione femminile che teorizzando una perfetta e simmetrica uguaglianza di ruolo e di funzioni tra i sessi  ha disorientato la donna nella ricerca della sua vera vocazione .Così il verbo democratico ha imposto che neanche nella famiglia si possa più parlare di capi e quello femminista che la donna il suo ruolo non debba  più accettarlo   ma sceglierlo .  Che siano state queste le cause del crollo della famiglia non dovrebbe essere tema di discussione  almeno tra i credenti ma purtroppo così non avviene dato che anche tra il clero vi sono i critici della cosiddetta misoginia di S Paolo e delle società del passato giudicate arretrate e antidemocratiche . Ma nella SS ben si parla di capi , valga per tutte S Paolo con la sua immagine del Corpo Mistico formato dai cristiani in unione con Cristo come le membra del corpo con la testa e Cristo stesso ha voluto affidare la sua Chiesa ad un capo . Secondo la SS poi il ruolo che uomo e donna sono chiamati a svolgere non può essere scelto dagli interessati perché è predeterminato dalla natura e pur nel riconoscimento di una pari dignità vi è una esplicita subordinazione della donna all’uomo . Infatti nella Genesi leggiamo : Dio creò l’uomo a sua immagine , lo creò maschio e femmina ( Genesi 1, 27 ) ; Dio pose l’uomo nel giardino dell’Eden perché lo coltivasse ( Genesi 2,15 ) non è bene che l’uomo sia solo , gli voglio fare un aiuto a lui simile ( Genesi 2,18 ). Un rapporto di subordinazione da Paolo ulteriormente chiarito nella sua ragion di essere , come immagine vivente del rapporto tra la Chiesa e Cristo . Dice infatti Paolo : Capo della donna è l’uomo , come capo di ogni uomo è Cristo e capo di Cristo è Dio . Non fu creato l’uomo per la donna ma la donna per l’uomo . D’altronde nel Signore né la donna è senza l’uomo , né l’uomo senza la donna . Perché come la donna fu tratta dall’uomo , così l’uomo nasce dalla donna e tutto viene da Dio (1Cor 11 ) ). Le giovani siano affezionate ai loro mariti e ai figli , assennate , caste , diligenti nelle cure domestiche , buone , sottomesse ai loro mariti..( 1 Tit 2 )
Le mogli siano sottomesse ai loro mariti come al Signore , poiché il marito è capo della moglie come Cristo è capo della Chiesa e la salva . Ora come la Chiesa è sottomessa a Cristo , così anche le mogli debbono sottomettersi in ogni cosa ai loro mariti . Mariti amate le vostre mogli come Cristo ha amato la sua Chiesa fino a dare se stesso per lei . Così i mariti debbono amare le proprie mogli come il loro stesso corpo… . Questo del matrimonio è un grande mistero perché raffigura il rapporto tra Cristo e la Chiesa . Per questo il marito amerà la propria moglie come se stesso e la moglie rispetterà il marito .( Efes 5 )
Su queste basi e su questi insegnamenti del suo clero  ha riposato finora la famiglia della nostra società cristiana e per la loro mancanza sta naufragando .
Giuseppe Sesta            Palermo 20 Giugno 2011

domenica 14 agosto 2011

La Riforma elettorale di cui abbiamo bisogno

Di questi tempi  si ritorna a parlare anche in seno alla maggioranza di riformare la legge elettorale . Ma come al solito il dibattito è su chi deve scegliere i candidati da mettere in lista e non sugli impegni che essi devono assumere , nel presupposto peraltro confermato dall’art 67 della ns Costituzione che ad essi gli elettori debbano affidare una delega in bianco . Ma forse è proprio questa assenza di  vincoli di mandato il punto da riformare , il punto che più dovrebbe stare a cuore soprattutto a tutti gli adoratori del Verbo Democratico . L’art 67 infatti legittimando i Ribaltoni e i cambi di casacca di fatto espropria il Popolo del suo potere di decidere non solo la linea politica del paese , ma anche soprattutto le scelte legislative  in campo etico , che oggi rivestono fondamentale importanza . Infatti a causa dell’odierno imperante relativismo Etico occorre supplire mediante una legislazione di sostegno alla caduta dei valori fondanti del vivere civile . E piuttosto che fare esercitare tale indispensabile funzione a Lobbies più o meno occulte è meglio affidarla al Popolo per dotarla perlomeno di  una legittimazione  democratica secondo lo spirito dei tempi . Che sia quindi reso possibile al Popolo di indicare tramite il voto  oltre che i Partiti Politici anche le  Aggregazioni Etiche cui affidare il Governo del Paese .  In tale ottica più dei dati anagrafici dei candidati al Parlamento e dei loro informali e verbali impegni  , interessa acquisire una loro pubblica e formale  dichiarazione di adesione per tutta la durata del mandato elettorale ad un partito politico e ad una Aggregazione Etica Apartitica scelta tra le tante esistenti nel nostro paese come AC , ACLI  , il Forum delle Associazioni Familiari o i tanti movimenti di spiritualità   . Ora è questa una prassi introducibile anche senza riformare l’art 67 e fare nuove leggi elettorali  . Basta che i Partiti  limitino la loro sfera di azione alla Politica strettamente intesa come modo di strutturare la macchina pubblica e lascino piena libertà di coscienza e di voto in materia etica ( cosa che già si fa nel PDL ma non nel PD nè nella UDC ) . Questo copernicano cambio di visuale dei partiti  consentirebbe  di fatto l'ingresso in parlamento di  larghi e vitali settori della società civile impegnati nella difesa dei valori prepolitici e che in atto sono esclusi dal dibattito parlamentare , ridimensionerebbe lo strapotere dei partiti , contribuirebbe a rendere il dibattito parlamentare più sereno e costruttivo perché i parlamentari si aggregherebbero piuttosto sui contenuti del dibattito anziché su schieramenti  a prescindere . Infine un vero progresso di laicità per il nostro Parlamento e per il Bene della nostra Italia .

Giuseppe Sesta                     Palermo 22 Giugno 2011

La paralisi politica siciliana ha un nome : mancano veri capi

La crisi economica in atto impone a tutti di  ridurre le spese ma a quanto pare di questa esigenza  non pare rendersi conto la P.A. della nostra Sicilia che come  le cicale continua a fare strage delle pubbliche finanze , anzi   più di prima forse nel presagio di un ormai imminente cambiamento .  Infatti il Federalismo Fiscale che decentra risorse e spese della P. A. è ormai alle porte e pur con tutti gli ammortizzatori solidaristici che si possono immaginare , le  conseguenze per le Regioni  meno virtuose e più spendaccione ( e la Sicilia purtroppo è tra queste ) almeno nella prima fase di applicazione saranno sicuramente dolorose ed inevitabili come avviene per tutti gli ammalati  allo inizio della cura . Ora un minimo di previdenza e buon senso richiederebbe in chi è preposto al governo della Cosa Pubblica di cominciare a ridurre sprechi per rendere meno traumatica questa inevitabile transizione che ci costringerà a costo di lacrime e sangue a diventare efficienti e parsimoniosi . Ma a giudicare dalle notizie di stampa che rendono conto di continue beneficienze elargite alle clientele politiche di ciò non vi è avvisaglia alcuna .  Ora poiché è impensabile che pur con tutto lo accecamento per il proprio interesse particolare la nostra classe politica non si renda conto del baratro verso cui siamo diretti , l’unica spiegazione di questo stato di paralisi può esser attribuita ad un difetto di governance. In altri termini non vi è forse nessuna pubblica autorità che sia in grado grazie ad una chiara investitura popolare e ad una reale autorità morale , di sostenere il peso di questa Riforma e di mettersi alla testa  di questo Risanamento di cui la Sicilia ha urgente bisogno .   

Giuseppe Sesta                                                                 Palermo  13 Ottobre 2010